Un mondo fratturato, un mondo da ricomporre

Negli anni Novanta la narrazione prevalente prefigurava un futuro radioso per l’umanità, governata dalle leggi del mercato senza grandi interferenze da parte di una politica rimasta “senza ideologie”. In realtà, quell’ottimismo era intriso proprio di ideologia: l’ideologia economicista che recita ossessivamente il mantra del pareggio di bilancio, delle privatizzazioni e della liquefazione dei confini per merci e servizi come soluzione ai problemi degli Stati. Oggi sappiamo che le cose sono andate in direzione opposta. Nessun presente radioso è nato dalla riduzione o dall’eliminazione dei sistemi di welfare. In compenso, soprattutto nel mondo digitale sono cresciuti soggetti economici che, come mai prima d’ora, esercitano posizioni di monopolio inattaccabili, grazie alla deregolamentazione che ha permesso scalate e concorrenza sleale a colpi di “risparmio” sul costo del lavoro, e cioè sulla qualità della vita dei lavoratori. In sintesi: il mondo è diventato più disuguale.